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Alla cadente porta,
Col grembiale più bianco delle nevi,
Siede col mento tremulo
La vecchiarella derelitta e smorta,
E, dalla ròcca tenue
Traendo il sottil canape,
Fila i suoi giorni brevi.
O tu che solo allegri
Il silenzio di mia casa infrequente,
E d’amicizia il balsamo
Spargi su’ giorni miei dolenti ed egri,
Godiam tra il verno gelido
La dolce ora fuggevole
Di questo ciel ridente.
Forse, o chi sa? nell’ombra
Che lungamente mi ravvolge il core,
Forse tra l’ansia e il dubbio,
Che i propositi tuoi tarda ed ingombra,
Come a quest’erbe tremule,
Un raggio di letizia
Ne manderà il Signore.