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Di fole e di chimere
Regno non han le italiche
Muse, d’almo pudor cinte e di vel;
Nè soffron, che alle nere
Colpe del mondo l’improbe
Scuse sian manto di pietà crudel.
Osa! Ed allor che al santo
Acre ritorni e a’ limpidi
Regni dell’Arte unico mio sospir,
Di’ ch’io deserto in pianto
Vivo, ma intatta e libera
L’anima serbo, e m’è grato il morir.