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AD A. SALVINI
nel regalargli un esemplare della palingenesi
A te che sai le amare
Gioje dell’Arte e i trepidi
Sogni, a cui l’ardua fida ala il pensier,
A te non sian discare
Queste vegliate pagine,
Che la sacra spirommi aura del Ver.
Se dalla mesta e bruna
Vita a più belle e vivide
Sfere poggiare il vol seppi talor,
È pregio e non fortuna,
Che sul mio fronte pallido
Segga una fronda di sudato allòr.