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A UN SEGATORE DI MARMI


Con l’ostinato filo
     Del tuo pigro strumento
     Il duro sasso esercitando vai,
     O assiduo segatore,
     Nè per sole o per vento
     DaLla lunga, penosa opra ristai,
     A cui tua sorte misera ti danna:
     Il petto ansante e il dorso
     Sopra la sega stridula affatichi;
     E sol di quando in quando,
     Dell’aspra lama agevolando il corso,
     Versi nel taglio con la bugia canna,
     Sciolta nell’acqua la mordente arena,
     Malinconicamente mormorando
     La patria cantilena.