Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
E la dorata culla culla
E gli amplessi materni e la speranza
Che fida il cor t’inonda,
Rondine vagabonda
Io diventar vorrei,
E sotto a la tua gronda
Il nido appenderei.
Quando nelle tacenti
Rigide notti un insueto affetto,
Come a trepida lampa aura che fugge,
Ad agitar ti vien l’anima in petto,
E tutta paurosa
Nelle custodi coltrici ti stringi,
E al vigile pensier schermo non trovi,
Io sonno esser vorrei:
Come farfalla in giglio
Io l’ala poserei
Sovra il tuo roseo ciglio.
Auretta vagabonda,
Potrei baciarti almen la chioma bionda;
Rondine, al primo albore
Sul tuo balcon pispiglierei d’amore;
Sonno, te almen potrei
Stringer co’ lacci miei.