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PECCATI CONFESSATI1


Se non amo i preti più della forca, bisogna proprio dire ch’io sono un ingrato. I miei primi maestri vestivano tutti l’abito talare; e benchè non fossero tanti stinchi di santi, aveano pur tutti la chierica, e bevevano, almeno una volta al giorno, il sangue prezioso di Gesù Cristo. Un prete m’insegnò grammatica, m’instillò il primo latte del sapere, come egli diceva, con latticinosa eleganza; un altro m’insegnò rettorica e lingua latina; un terzo e un quarto filosofia; cosicchè, se io non diventai un pilastro di santa madre Chiesa, fu certamente perchè il diavolo ci mise la coda, e volle ch’io perdessi a tutti i costi la salute dell’anima.

Dico a ogni modo, per ragion di giustizia, che il mio secondo maestro, di prete non aveva altro che la zimarra; e devo forse a lui, più che al demonio, se non accolsi nel seno lo spirito santo. Perchè egli non

  1. Dal Primo Passo, Note autobiografiche, raccolte da Ferd. Martini. 2ª ediz., Roma 1883.
1. - Rapisardi, Opere. Vol I.