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colla vita l’avventurosa sua carriera militare. Ma se la perdita di quell’audace condottiero di cavalli grave danno arrecò agl’imperiali, uno anche maggiore ne incontrarono allora gli svedesi colla morte dell’eroico loro re Gustavo Adolfo, del senno e della virtù militare del quale non sarà mai detto abbastanza. Cadde quel gran capitano non per tradimento del duca Alberto di Sassonia Lauenburg, come da prima fu creduto, e come riferì nella sua storia di Svezia il Puffendorf; ma perché ferito da prima da un ufficiale de’ corazzieri del Piccolomini, che il Kevenüller storico contemporaneo disse esser stato il tenente colonnello Falkemberg (dal quale alcuni erroneamente intitolarono quel reggimento), ebbe poi il colpo di pistola che lo uccise da un soldato di quel reggimento. Il qual soldato, in una biografia manoscritta del Piccolomini posseduta dal marchese Gino Capponi, è detto fosse un Mantellini italiano, corazziere nel reggimento di Piccolomini; e la medesima cosa nella biografia di lui lasciò scritto il Priorato, a quel Mantellini il grado però attribuendo di sergente maggiore, e crediamo a ragione: essendoché tale sia detto in una relazione di quella battaglia scritta da Silvio Piccolomini, che vi rimase ferito, edita nell’Archivio Storico Italiano (serie terza, volume XIV). In questa annunziandosi la morte di lui, è detto che era generale opinione nel campo che da quel reggimento nel quale entrambi militavano, il colpo partisse che uccise il re. Aggiungeva poi la biografia più sopra citata aver avuto tempo il Mantellini d’inviare innanzi la sua morte all’imperatore il collare stesso del re, che in effetto anche il Duller racconta esser venuto in mano di Ferdinando. Non sembra peraltro avessero gli storici alemanni notizia alcuna di questo Mantellini, né di un altro di egual cognome che ci verrà più tardi ricordato. Chiunque nondimeno l’uccisore sia stato di Gustavo, adempì esso senz’altro al debito suo di soldato, e un servigio eminente a prezzo del suo sangue fu da lui reso al principe sotto le bandiere del quale militava, che forse ogni autorità perduto avrebbe in Germania se fosse a Gustavo riescito di farsi coronare imperatore in Francfort, come fu scritto essere stato intendimento suo; con che, dice lo