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come alleati de’ protestanti in quella provincia, e sconfitti i soldati del duca, astretto lo avevano a desistere dalla guerra, lor consegnando quattro delle sue fortezze, E fu questa la cagione che ad Ernesto impedì di più oltre rimanere in Alsazia. La partenza di lui e la morte dell’arciduca Leopoldo, notava il Bolognesi aver fatto temere ai ministri non evitabile la perdita di quella provincia, nella quale per altro diremo come ritornasse Ernesto. Andò poi egli dall’Alsazia al campo di Wallenstein con sette reggimenti, passando subito in Baviera; e lo troviamo in seguito occupare nella state di quell’anno 1632 i paesi che dalle soldatesche francesi s’andavano sgombrando in Allemagna. L’undici settembre scriveva egli stesso al fratello Girolamo trovarsi allora in Lindau, falsa asserendo la voce allora corsa che fosse stato battuto dal nemico nel ducato di Württemberg. E sempre con lui era allora Raimondo. Andarono poscia all’esercito di Tilly, testimonii forse della morte di quel generale, avvenuta, come or ora dicevamo, ad Ingolstadt. E fu Ernesto, che dopo il passaggio del Lech fatto dagli svedesi, ricuperar poté due forti lungo quel fiume; e conquistò anche Rahin, che era tenuto per antemurale della Baviera da quella parte, in essa lasciando seicento de’ suoi a presidiarla. Accorreva intanto Gustavo per soccorrere quella piazza: ma informato a Donauwerth che si era arresa, non altro poté fare se non sottoporre a processo, e far poscia decapitare il colonnello Minznal, il quale innanzi che gli mancassero i viveri, o che fosse fatta la breccia, era venuto a patti. D’ugual viltà nondimeno fecero prova alla lor volta i bavari ivi lasciati da Ernesto, i quali all’avvicinarsi delle truppe di Gustavo, senza la minima resistenza opporre capitolarono, e se n’andarono con Dio; senza cavalli però e cavalieri, e con sola la spada i fanti, non altro avendo loro concesso il re. Invano cercò poscia Ernesto di riavere quella piazza; ché gli svedesi edotti dall’esperienza del passato, sempre la tennero con buona guardia. Ed Ernesto che con appena quattro mila uomini campeggiava allora presso il Danubio, si vide venir sopra i quindici mila di Gustavo: riparò allora tostamente ad Ingolstadt, ov’erano l’elettore di Baviera