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del colonnello Montecuccoli, e avrebbe dovuto dire generale; se pure non alluda la cronica a Raimondo, allora maggiore, che per ordine del cugino occupato avesse quella città. Vero è soltanto che una recrudescenza di odii religiosi allora avvenuta, dette luogo altrove a carneficine con altre carneficine vendicate.

Dalle ardite imprese di Ernesto prendendo esempio il comandante di Heidelberg, che era un Metternich, tentò impadronirsi di Wittstock; ma non gli venne a bene il tentativo, e poco anzi mancò che da lui non venisse Montecuccoli esposto a grave pericolo. Ed ecco come racconta il Ricci il caso allora avvenuto. Spediva il Metternich un messo al Montecuccoli e all’Ossa commissario della sua cavalleria, invitandoli a venire in soccorso di lui: caduta col messaggere la lettera in mano dell’Horn, pensò tosto che un grosso corpo d’imperiali avrebbe mosso a quella volta, e mandata la lettera al suo destino, aspettò in imboscata il passaggio di quella gente; se non che essendo corsa voce nel campo che già caduta fosse quella piazza, non furono mandati se non mille cavalieri de’ più spigliati per accattar notizie. E questi giunti al luogo dell’imboscata validamente si difesero, duecento svedesi uccisero, e di carriera si posero in salvo. Una parte di loro rimase nondimeno prigioniera, ma pochi furono i morti. Vedendo poi Ernesto prevalente di forze l’Horn, andò per pochi giorni oltre il Reno; combatté poscia di qua o di là di quel fiume, secondo portavano le circostanze, avendo a fronte l’Horn, al quale un mal tiro fece egli una volta, fresche truppe introducendo in Offenburg di accordo cogli abitanti, mentre esso e i virtemberghesi la stavano assediando. Poté nondimeno con grande sforzo di artiglierie avere l’Horn quella città, libera però concedendo l’uscita ai soldati imperiali. E a lui, dice il Ricci, senza combattere vilmente si arrese la guarnigione imperiale di Obenheim.

Nel gennaio del 1632 era Ernesto in quella fortezza di Breisach che più tardi tornar gli doveva funesta, e si trovava pei casi della guerra separato dal duca di Lorena: di là in sullo scorcio di quel mese venne chiamato a Vienna ad un consiglio di generali, che avvisar doveva al modo di concentrare