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parte, calorosamente per la liberazione sua adoperandosi presso Ernesto. E quest’ultimo al duca stesso rispondendo, accennava alla malattia della quale più sopra dicevamo, che impedito gli aveva di dar opera più efficace per giovare al cugino. Non passerò poi sotto silenzio quanto nella lettera sua al duca soggiungeva: Raimondo andare cioè ricercando “di apprendere il modo di saper spendere utilmente per lui il sangue, acciocché quando il servizio di S. A. il richieda, possa conoscer negli effetti quanto cumulo di ossequii aggiunga la elezione a quello che la natura per obbligo gli ha imposto”. Da Vienna passò egli in Boemia con grado di sergente maggiore in un reggimento di fanteria allora da Ernesto messo insieme in Passau. Da quanto poi insino ad ora venimmo dicendo, apparirà non vero quanto nelle sua Antichità estensi ed italiane racconta il Muratori: che essendo cioè andato in quell’anno a Vienna il cappuccino Giambattista d’Este (già Alfonso III duca di Modena) lo facesse l’imperatore invitare alla corte dal conte Raimondo cameriere della chiave d’oro. Perché ebbe invece quell’incarico e quell’ufficio aulico il conte Girolamo fratello di Ernesto, che dal servizio della Toscana era nel 1629 passato a quello dell’imperatore Ferdinando, al quale fu carissimo. Nella quale occasione, scriveva il Bolognesi, che Girolamo assistendo, come era suo ufficio, l’imperatore mentre quella sera stava per coricarsi, gli parlò esso della soddisfazione provata nel conversare col cappuccino d’Este, aggiungendo molto avergli piaciuto l’intender da lui che fosse stato pur esso cacciatore.

Disperso dopo la battaglia di Lipsia l’esercito di Tilly, libera rimaneva a Gustavo Adolfo, al quale un gran numero di soldati imperiali fuggitivi aveva cresciuto l’esercito, la strada di Boemia e quella di Vienna; e potuto avrebbe allora agevolmente quella capitale conquistare, secondo affermano e il Bolognesi ed altri storici con lui; ma non afferrò egli tosto il momento opportuno, forse perché più gli giovasse militare in paese di protestanti, donde poteva ritrarre maggiori aiuti. Checché