Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
Guglielmo elettore di Brandeburg, costringendolo a seco allearsi, e a concedergli di porre guarnigione svedese in Spandau.
La presa di Magdeburg così gran cosa parve all’imperatore Ferdinando da trarne incitamento a nuove violenze verso i protestanti, con che viemaggiormente l’animo de’ principi tedeschi non cattolici da sé alienò. Alcuni di loro tosto si strinsero in alleanza colla Svezia; l’elettore di Sassonia tra gli altri, quando Tilly devastandogli lo stato costringer lo voleva ad uscire dall’ambigua neutralità in che s’era insino allora mantenuto. E Francia ancora obbligossi verso Gustavo ad un sussidio annuo di quattrocentomila talleri, ponendo patto tenesse egli in armi contro l’impero trentamila uomini, rispettasse la religione cattolica e reintegrasse nei diritti suoi l’Allemagna. Dall’Italia invece movevano per ascriversi all’esercito imperiale capitani già provati nelle armi, e giovani desiderosi di battaglie e di gloria. Alcuni di essi, e singolarmente due principi, Gonzaga e un marchese Pallavicini andati allora in Germania, ci verran nominati in appresso. Li raggiunse nel successivo anno quel marchese Giulio Rangoni modenese, al quale più sopra accennammo, che portava, secondo narra il cronista Spaccini, impressi sul volto i segni delle ferite riportate nelle guerre di Piemonte, e fu allora posto a capo di un reggimento di fanti e di due compagnie di corazze, gente da lui arrolata e condotta in Germania (erano al dire del Bolognesi tremila fanti e cinquecento cavalli), ricevendo più tardi il grado di colonnello di cavalleria coll’incarico di arrolare mille uomini a cavallo. E qui soggiungerò che al tempo medesimo Baldassarre fratello di lui (bandito già da Modena nel 1623 per un omicidio commesso, e andato allora capitano di cento corazze al servigio de’ veneti) passava in Fiandra come scudiere del cardinal di Savoia, andando poscia mastro di campo in Piemonte (Spaccini, Cronica) .
Circa il tempo in che codesti fatti accadevano i quali sull’animo di Raimondo, che non contava allora più che 21 anni