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quanta maggior virtù andasse Gustavo provveduto a paragone di quel palatino Federico, che dicemmo essere stato soprannominato il re d’inverno. E qui accennerò ad una opinione poco accettabile del Menzel, che l’inerzia dell’imperatore ascriveva al suo desiderio di veder abbassati dallo svedese l’elettore di Baviera e la lega cattolica, dai quali soltanto sperar poteva soccorso al bisogno suo. Ma già in quel tempo erano le mosse strategiche incominciate colle quali se non poté il Tilly, per esser giunto troppo tardi, arrestare la marcia trionfale del re svedese, alcun notabile vantaggio ebbe per altro a conseguire. Pose assedio da prima a Magdeburg, ch’era stimata la più bella città della Germania, e mentre i cittadini suoi per lunghi odii avversi agli imperiali, coraggiosamente si difendevano sostenuti da 500 soldati svedesi, fece Tilly assalire Neubrandeburg dal colonnello Crasi, che colà molta artiglieria condusse e 12.000 uomini. Eroicamente si difesero i due mila svedesi che quella fortezza avevano in custodia ; ma soggiacendo finalmente al numero e allo sforzo degli imperiali, furono astretti ad arrendersi, e li fece Tilly, contro i patti convenuti, massacrare; della qual cosa cotanto si sdegnò Gustavo che impossessatosi di Francfort, volle che tanti soldati imperiali venissero uccisi quanti erano quelli dopo la resa di quel forte fatti morire . Nella presa di Neubrandeburg molto si distinse il giovane Raimondo, capitano, per usare le parole sue, nel reggimento del vecchio Wangher; e fu egli che le chiavi della fortezza presentò al Tilly; il quale molte lodi gli compartì, come il Montecuccoli racconta nel suo Memoriale all’imperatore, e come Priorato conferma. Fu quella piazza allora rasa al suolo, e ne rioccuparono poscia il luogo gli svedesi. Prese quindi parte Raimondo all’assedio di Mag-