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poiché fu la città costretta ad arrendersi, venne tra i soldati svedesi incorporata: con nuove truppe giungeva poscia dalla Svezia il general Horn. Di tutto ciò nondimeno sembra che poco pensiero si dessero la corte e i ministri di Vienna, non provvedendo con quella sollecitudine che il caso richiedeva alla difesa de’ confini. Ivi erano le truppe del general Conti romano , che a quel tempo trovavasi, secondo scrisse il Bisaccioni, a curarsi a Gars sull’Oder di una ferita in una gamba; gente scarsa, affamata, disperata, per usare le parole del Bolognesi, dalla quale non era da aspettarsi che potesse far resistenza alle fresche e ben pasciute truppe di Gustavo; e scarsa infatti l’opposero, sotto gli ordini dell’altro romano Savelli, che momentaneamente, secondo io credo, tenne il luogo del Conti. Un grave pericolo corse per altro Gustavo, non so se allora, ma senza meno ne’ primi scontri ch’egli ebbe in terra germanica. Leggesi infatti nell’opera di Federico Spanheim intitolata Il soldato svezzese, che essendo andato quel re a riconoscere con poca scorta il forte di Gorz, venne da alcune compagnie di napoletani, che però non lo riconobbero, assalito; ma sopraggiunto non guari dopo un corpo di cavalleria finlandese, lui da quel pericolo liberò. Il favore che trovava Gustavo ne’ principi e nei popoli di que’ paesi gli dava agio a procedere innanzi occupandoli, e battendo qua e colà i manipoli di truppe imperiali lasciati a guardia delle fortezze.
Mosse contro Gustavo il maresciallo Schaumburg che aveva assunto il comando delle truppe cesaree in quelle parti, ma preso da sgomento alla prima sconfitta patita, vilmente fuggì gettando nel fiume i cannoni, come il Mailàth, che aveva detto ignoranti il Conti (assente come dicevamo) e il Savelli, vien raccontando, senza appor nota di biasimo alla condotta dello Schaumburg, forse perché non era italiano. Di questa sua fuga fu egli invece da Tilly rimproverato; ed addusse a discolpa sua la demoralizzazione de’ suoi soldati, che erano di quelli di Wallenstein, non più dalla ferrea sua mano governati, né colle in-