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occupato in affari di stato, e solo prendersi a sollievo delle fatiche il divertimento della caccia, il Bolognesi che vedeva come le cose davvero passassero alla corte, ci mostra invece alieno Ferdinando dalla trattazione degli affari, e ben tre quarte parti dell’anno spendere nel correr paese cacciando o pescando, insieme a cortigiani, e talvolta accompagnato dalla moglie: ond’è poi che dei duecento cavalli delle sue scuderie ne andasse una buona porzione per le fatiche rovinata. Una tabella, che è tra le carte del Bolognesi, e dice delle diverse qualità di caccie e delle epoche nelle quali ad esse prendeva parte l’imperatore (La riprodurremo in nota), porgerà su questo particolare curiosi ragguagli . Anche Sebastiano Venier nunzio veneto scrivea al senato di questa smodata passione dell’imperatore Ferdinando per la caccia, e diceva che costretto a fare economie, aveva preferito che cadessero sulla cucina di corte, nulla volendo detratto ai 650.000 fiorini che spendeva in musiche e caccie. Luogo di convegno per le caccie era più comunemente Ebersdorf, ove i ministri che sbrigar doveano gli affari era di mestieri andassero di frequente per far munire i documenti della firma imperiale, e talora per alquanto tempo vi dimorassero: più volte ebbe perciò il Bolognesi ad intraprendere quel viaggio per intrattenersi di commissione del duca di Modena col principal ministro Trautmansdorf. E perché era questi giuocatore instancabile, gli convenne una volta ritornarsene a Vienna senza averlo veduto, essendoché dato avesse ordine che nessuno fosse lasciato entrare in sua casa, volendo l’intera giornata aver libera per soddisfare a quella passion sua. Minor danno però in altra consimile circostanza gl’incolse, perché essendogli riuscito introdursi nella camera da giuoco; quantunque gli toccasse rimaner spettatore per cinque ore degli spassi di quel ministro, finché vinti non avesse al conte Girolamo Montecuccoli 1400 ungheri, e 115 ad un conte Wolenstein, poté nondimeno, essendo già notte, dar corso all’affare che colà lo aveva menato . Uomo per altro il Trautmansdorf di alacre ingegno,