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di quell’acquisto, da reputare non essere mai soverchie le cure e le spese che potessero di tanto contentarlo. Giunse persino a dare facoltà a que’ suoi agenti di proporre al ministro imperiale Eggemberg, potentissimo allora, la mano della propria sorella Margherita, la quale ancora non avea raggiunta l’età di 12 anni, pel figlio di lui, con dote di 100.000 ducati, se l’intento suo gli facesse conseguire. Doveva altresì il Bolognesi adoperarsi acciò al duca stesso venisse data in moglie una figlia dell’imperatore: ma presto intorno a tutti questi progetti avendo il duca mutato avviso, mise invece ogni studio affinché le proposte non sortissero effetto, come infatti accadde . E anche desiderò ricompensare il ministro con denaro anzi che col sagrificio della sorella; se non che nulla essendosi per allora concluso circa Correggio, la cosa cadde da sé. Allorché riprendeva il Bolognesi in Vienna la carriera diplomatica, la casa d’Austria che ai giorni nostri soltanto cessò dall’avversare ogni conato di libertà ovunque si manifestasse, industriavasi ad agevolare al ramo suo regnante in Spagna gli sforzi che le soldatesche comandate da Ambrogio Spinola e da altri capitani andavano facendo per rivendicare al principe loro il possesso delle provincie de’ Paesi Bassi, che l’intolleranza di Filippo II e la crudeltà del duca d’Alba avevano tratte a ribellione. E durò poi la lotta, benché più volte intermessa, insino a che non ebbero quelle provincie nel 1678, mercé la pace particolare che precedé quella di Nimega, posta in sicuro la loro indipendenza. E questa contro la quale andava a combattere Raimondo Montecuccoli fu più tardi, per singolare rivolgimento di fortuna, da lui stesso tutelata allora che ebbero i francesi a porla a repentaglio.
Mandò adunque nel 1629 l’imperatore un corpo ausiliare agli spagnoli, affidandone il comando ad Ernesto Montecuccoli.