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abitanti ne’ dominii loro, e a quelli che, come gli ungheri e i transilvani, in Turchia, ad evitare persecuzioni, riparavano. I principi de’ quali popoli dai turchi invocavano tutela sottoponendosi ad un tributo: né mancò tra loro chi venisse levato in seggio dal sultano, e fosse poi dall’imperatore, a scansar guerre, riconosciuto come legittimamente eletto. D’altra parte i protestanti, i numerosi esuli, i malcontenti delle altre provincie dell’impero, che non avevano comodità di essere dai turchi, troppo lontani, sostenuti nelle lotte loro, ai correligionarii d’altri paesi ricorrevano, aprendo ad essi le porte della Germania; e ricorrevano anche alla Francia la quale, quantunque avesse cardinali a ministri, ora occultamente ed ora palesemente e cogli eserciti suoi, tenne le parti loro; troppo standole a cuore che non riescisse la casa d’Austria, che dominava anche nella Spagna, a conseguire sulla Germania quell’assoluto imperio al quale sembrava agognare. Nel 1625 in favore de’ protestanti tedeschi, che già invocato avevano in soccorso loro il re Gustavo Adolfo di Svezia, il quale impedito da altre guerre non poté tenere l’invito, scese in campo la Danimarca, sovvenuta di danaro dal cardinale Richelieu, e di uomini dal Mannsfeld, celebre capitano di ventura, dalle città libere marittime, e da alcuni principi tedeschi; sicché ben sessantamila uomini poté condurre in campo. Ma con scarsa, anzi con avversa fortuna combatterono i danesi nel quinquennio che durò questo secondo periodo della guerra dei trent’anni. Stromento ai danni loro fu il Wallenstein, già da noi nominato, uomo di vasto ingegno e di sconfinata ambizione, educatosi in gioventù alle discipline civili e militari nell’università di Padova; straordinariamente arricchitosi da prima collo sposare una vecchia e doviziosa vedova, e coll’eredità di un parente, e poscia coll’acquistare per sette milioni e ducento novantamila fiorini terre confiscate allora ai protestanti; le quali lo storico Menzel asserisce valessero cinque volte di più, e che le pagasse con moneta falsa, impedendo poi l’imperatore il processo che per cotal cagione gli era stato intentato: e fu tra gli acquisti suoi anche il ducato di Fried-