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XIII
La notte del 31 luglio, l’inimico con frequenti cannonate molestò il campo cristiano. Spedito il Maresciallo di campo Baron Spork, con un grosso di cavalleria, al rumore, egli trovò che erano Tartari foraggeri, e gli disfece con levargli camelli, muli e schiavi. La mattina 1° agosto, alle 9 ore d’Allemagna, l’inimico con tutte le sue forze disaccampato, si pose più abbasso, dove il fiume non era più largo di dieci passi; e ricevendo gran giovamento da un angolo incurvato, fece passare il miglior nervo della sua cavalleria e fanteria, quale si squadronò dalla nostra parte in battaglia, sbattuta la nostra guardia. Questo posto era come il mezzo dell’armata Allemanna, e custodivano l’armi dell’imperio: dovendo l’armata Cesarea offendere la destra; i collegati e i Francesi la sinistra; e il luogo di mezzo l’armata dell’Imperio. Essendo dunque attaccato il posto di mezzo, accorsero i reggimenti del Smit, e l’infanteria del Nassau e Kilmansem, ma le genti di leva, tosto presero la fuga. Ferito il Smit, e morto Nassau anche i reggimenti fuggirono, in parte tagliati a pezzi. Ciò veduto dai comandanti, si fece avanzare gente fresca e veterana; i collonnelli Cran, Spaar e Jassis, e la cavalleria di Lorena e Snaidau; che bravamente respinsero l’inimico sino all’acqua; dato tempo al reggimento Smit e soldati d’imperio, di raccogliersi ed azzuffarsi. Ma spinti di qua dal fiume più numerosi rinforzi dal Visir cominciarono i nostri a cedere alquanto, e i Turchi ad alzar terreno e trincierarsi, per sostenersi fino al passaggio della restante armata; onde risolvé il generale Montecuccoli d’attacar il nemico con tutto lo sforzo. E datone il segno, pose alla destra i reggimenti Spich, Pio e Iassis, la fanteria francese e quella di Svevia; alla sinistra poi la cavalleria di Lorena, Snaidau, Rubbac e la cavalleria francese e de’ collegati; sì che fu cinto il nemico in forma di mezza luna, con tanto coraggio, che non solo cedé il posto con sua gran strage, ma fu respinto di là dal fiume, ma in modo che s’annegaron tutti. E abbandonatisi i Turchi di là dal fiume, i Cristiani passarono a nuoto ad inchiodargli il cannone, e parte a profondarne nell’acqua. Fu aspro il combattimento, durato dalle tre ore innanzi mezzo giorno, sino alle quattro dopo il mezzo giorno. Sono morti degli Allemanni più di mille in buona parte uffiziali; de’ nemici circa cinque mila, i migliori Albanesi, Giannizzeri e Spahi, co’ loro capi. Si sono acquistate molte insegne, molti cavalli, molta preda. I generali stessi Allemanni hanno condotta la gente alla zuffa non avendo mancato né di valore né di sapere né di prontezza. I generali Francesi, Monsignor di Coligni e Monsignor La Fulicada si sono portati egregiamente. Il secondo, dopo condotta la sua cavalleria all’attacco, parendogli che l’infanteria francese non incalzasse il nemico, balzò da