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passione, distinguersi, né ricordava che Pappenheim fe’ perdere la prima battaglia di Lipsia volendo attaccar fuor di tempo il nemico, e impegnando l’armata a soccorrerlo. Ai veneti mancò anche il pane, senza che vi si potesse provvedere, non avendo essi obbedito all’ordine del duca di portare ogni soldato tre giorni di viveri. Si propose allora di andare a Camposanto. La Valette aveva assicurato che con 200 fanti sarebbesi impadronito di Crevalcore, e offeriva gli si gettasse la testa ai piedi se non lo faceva, e non lo fece con 3000, mandando anche a dire che era perduto se non lo soccorrevano.
IX
Sacra Cesarea e Regia Maestà.
Do umilissima parte a V. S. M. che la Serenissima Regina fece jeri l’entrata qui in Ferrara con ogni sollennità imaginabile, e la scontrarono avanti jeri su i Confini dello Stato ecclesiastico li 4 monzi (nunzii?) straordinarii di S. Santità presentandogli il Breve, la cui copia viene qui annessa, onde la Regina è stata ricevuta e viene trattata e servita continuamente con tanta magnificenza, e con tanta ispressione della bontà e dell’affetto particolare che la Santità Sua ha per Sua Maestà, che non ci è termine alcuno, che possa suffiziamente esprimerlo. S. M. desidera che io vada innanzi per le poste alli piedi di S. Santità per recargli gli autentici attestati della publica professione della Santa fede, che ella ha fatta, onde partirò oggi ancora a quella volta. Supplico intanto umilissimamente V. S. M. a continuarmi le sue Clementissime grazie, mentre che alli suoi piedi Cesarei riverentissimo m’inchino. Di V. S. M. Umilissimo divotissimo servo
Raimondo Montecuccoli