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sione ha S. M. sotto il giorno d’oggi alla Camera Cesarea decretato il bisogno, e di qui ha la M. S. commandato di far il tutto sapere al signor conte Montecuccoli per suo governo, restandoli con clemenza Cesarea ben disposta.
Segnato in Vienna col sigillo secreto Imperiale alli 12 maggio 1640.
Ad mandatum Sacræ Cesaree Mtis proprium.
Tobia Gartinger

VIII
Vera relazione del successo di Crevalcore (sunto)

Risolutosi il duca di Modena di levarsi dal basso modenese per liberare il paese dall’invasione nemica, passò l’acque al Finale per marciar sul paese nemico, e con disegno d’occupar Crevalcore, se si fosse presentata l’opportunità di farlo. Il bagaglio andava dalla parte opposta del Panaro, e i soldati portavan viveri per tre giorni. I veneti dell’avanguardia avanzaronsi tanto oltre lo stabilito che poterono riconoscere il luogo di Crevalcore, e avvisare l’armata dell’occorrente. Il duca aveva fuori molta gente quando gli giunse quell’avviso, per cui non poté dare che mezza compagnia, circa 30 uomini delle corazze del capitano Pegolotti e la compagnia di dragoni del Montano, 50 uomini circa, e il tenente colonnello Vologni con 200 moschettieri. Essendo il resto dato dai veneti, il provveditor Corrado pretese a ragione di chiedere il comando per Valletta (La Valette). I modenesi furon pronti, i veneti tardarono a venire, e intanto da Cento venner soccorsi alla piazza. Lo scrittore dice poi che furono criticate le disposizioni di La Valette, che non aveva bastante cognizione de’ luoghi, e che le truppe degli alleati fuggivano a vedere il nemico, e quantunque ricondotte dal duca, dal Gonzaga, dal Montecuccoli, tornavano a fuggire. La Valette, chiedendo rinforzi, gli si mandarono due reggimenti: ma essi pure fuggivano. Giunse La Valette poco dopo che fu finito d’ordinar in battaglia l’esercito, la cui vanguardia veneta stette sei ore sul campo prima si potesse schierare, o per timore, o per ingombro di carri che, contro l’ordine del duca, colà si trovavano: perciò non si poté fare che il Montecuccoli e il Gonzaga andassero a riconoscere la piazza. Mal si poteva tentar impresa con gente ch’era fuggita solo per aver visto il nemico, ed è canone militare che il capitano non dia battaglia se non è sicuro de’ suoi soldati, o se diffidi della vittoria. Ma La Valetta voleva, incitato dalla