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nando. Subito dopo pasqua aveva luogo quella degli aironi, alla quale teneva dietro l’altra dei cervi, e poscia quella dei cinghiali. In dicembre caccia alle allodole con reti, dalla quali le estraevano poi l’imperatore, l’imperatrice e le dame. Seguiva la caccia alle lepri, e dopo il natale quella alle volpi. Al cominciare della quaresima caccia alle anitre in luoghi paludosi, fatta dagli sparvieri. Alla caccia si usava un linguaggio particolare, chiamando le cose con nome diverso dal vero: chi sbagliava doveva inginocchiarsi sopra un cervo o un cinghiale colla spada nuda, come l’avevano tutti gli astanti, e il cacciatore più vecchio gli dava tre colpi col piatto di un coltello largo, il primo alla salute dell’imperatore, il secondo a quella delle dame, il terzo a quella de’ buoni cacciatori. In una relazione dell’ambasceria dal duca Alfonso IV mandata all’imperatore Leopoldo, gran cacciatore pure esso, della quale il generale conte Luigi Forni dette un sunto nella strenna modenese del 1876, troviamo poi descritta una caccia ai cervi entro il Danubio, ove venivan forzati a gettarsi.
III Alla memoria di Gustavo Adolfo Re de’ Sveci, Vandali e Goti
Folle chi l’età sua dispone, e vita
Fingendosi immortale
Apre a lunghe speranze il core insano;
Farò acquisto di titolo sovrano,
Ergerò parie sale ,
troncherò dal mio suol messe infinita;
Poi nell’età sfiorita
Godrò piacevol ocio; Chi d’ogni cosa
Ai più felici ancor pende dubbiosa. (?)
Nulla dell’avenir l’huom si prometta,
Né un sol fin all’Occaso:
E a noi sfugge per man ciò che teniamo;