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mesi a Linz, e fu anche, secondo avvisammo, ai bagni di Tœplitz, e in Linz scrisse le lettere che riferimmo in sunto. Tristo, per le cagioni che dicemmo, fu quest’ultimo stadio della vita di Raimondo, né consolato forse dalla presenza della famiglia sua; ma uomo com’era di molta virtù, impreparato non lo colse la morte; la vera cagione della quale è espressa nel suo epitafio, cioè “Hemorroidum fluvio... extinctus”; e questa flussione, troviamo notato in una carta dell’archivio modenese che durasse dodici giorni. Tra le lettere di Giulio Palazzolo, probabilmente agente estense in Vienna, che sono nell’archivio or nominato, una del 14 di ottobre 1680 diceva, in pessima condizione di salute trovarsi il principe Raimondo, molto sangue avendo perduto per le emoroidi. In altra poi del 21, diretta al marchese Francesco Pio di Savoia segretario di stato del duca di Modena, egli annunziava la morte di lui avvenuta il precedente mercoledì, che sappiamo essere stato il 16 di quel mese di ottobre del 1680, erroneamente essendosi asserito da più storici che Raimondo morisse nel 1681. Solo nell’opera delle Azioni di generali e soldati italiani, trovo esattamente notato l’anno 1680, che dietro la lettera del Palazzolo, s’ha a ritenere per indubitato fosse quello nel quale il mondo rimase privo di uno de’ più grandi uomini di guerra, e de’ più sapienti che sia mai stato a capo di eserciti. Essendo nato, secondo dicemmo, il 21 di febbraio del 1609, giunse egli all’età di 71 anno, mesi 7, giorni 23; ed egli stesso notava di avere appunto 71 anno ne’ primi mesi del 1680, in una sua lettera scritta in Linz che avemmo a ricordare: un poco meno perciò di que’ 72 anni che gli si sogliono attribuire, i quali nell’iscrizione già citata sono portati a 73.

Da Linz il cadavere fu trasportato a Vienna, dove magnifiche esequie, come avvisò il Palazzuolo, gli si fecero nella chiesa de’ gesuiti, nella quale erasi lasciato sepolto in una cappella che trovo scritto essere stata da lui fatta costruire; e la sua cotta di maglia venne deposta nell’arsenale di Vienna, ove tuttavia si conserva. Riprodurremo in appendice il prolisso epitafio che compendia la carriera sua militare, e fu già stam-