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di Galeotto. Sul modo di divisione di quelle terre nacque una questione, che non fu definita se non nel 1681, quando più non era tra i vivi il generale. Al figlio di lui toccò allora la parte maggiore del feudo, cioè Montecenere, il rimanente ad Alessandro.

Venne fatto nel 1678 al re Luigi XIV, alle armi del quale arrideva la fortuna, di costringere gli olandesi da prima, e gli spagnoli poco appresso, ad una pace separata con lui, assicurandosi in tal maniera il possesso della Franca Contea e di molte città fiamminghe; la qual pace fu conclusa nell’agosto e nel settembre a Nimega. Ad essa il 5 di febbraio dell’anno successivo accedeva l’imperatore Leopoldo, al quale rimaneva bensì Philisburg, ma a patto di cedere Friburg, chiave della Germania, come fu detta. L’imperatore con quella pace lasciava a discrezione della Francia il suo alleato elettore di Brandeburgo, che fu poi astretto a restituire le conquiste fatte sugli svedesi, come accadde ad altri principi tedeschi. Né poté Leopoldo ottenere pel duca di Lorena, suo generale, condizioni ch’egli stimasse a sé convenienti, onde rimase poi stabilmente in Vienna. Montecuccoli, dice Mailàth, profondamente devoto alla casa d’Austria, provò un vivo dolore per questa pace ad essa dannosa: non pertanto non è esatto quanto a questo luogo dice il Menzel, che “se si avesse lasciato operare il valoroso Montecuccoli, le cose sarebbero procedute altrimenti, ma tempi come quelli, soggiunge esso, non potevano sopportare atti di vigore”. E dico non essere giusto il rimprovero rivolto a Leopoldo, perché da lui non dipese, né da istanze che avesse intralasciato di fare, se a capo de’ suoi eserciti non tornò quel generale, ma sì ne fu colpa la malferma salute; per la cagione medesima essendosi anche il Condé ritirato allora dal campo. Più conforme al vero sarebbe il dire, che se fosse stato possibile al Montecuccoli di ritornare coll’antico vigore alla guerra, egli, che così bene avea tenuto fronte ai migliori generali francesi, avrebbe impedito agli altri che di quelli erano da meno, quei trionfi che procacciarono alla Francia una pace tanto per essa vantaggiosa.

Né meno dell’esito di questa guerra di sei anni dovean