[cap. vi.] |
ultimo periodo della vita del montecuccoli |
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cessarii ad apprendere l’architettura militare”. Nel catalogo poi della rinomata collezione di opere matematiche manoscritte posseduta dal principe Buoncompagni di Roma, una ne trovo indicata, che reca il titolo seguente: Precetti militari havutisi col mezo (sic) del S.r Dottor Geminiano Montanari, del sig. Generale Montecuccoli, da me provati. Un volume ancora potrebbesi pubblicare di lettere di lui, che sono negli archivii di Modena e di Firenze, e nella biblioteca nazionale di questa città, delle quali ultime posseggo le copie, delle prime i sommarii solamente: e altre ne somministrerebbero gli archivii e le raccolte private. Diversi manoscritti che citai, e de’ quali mi valsi, potrebbero, se pubblicati in appendice alle opere inedite del Montecuccoli, tornare opportuni a chi facesse studio sulle guerre di quel tempo; circa le quali in un catalogo dei documenti dell’archivio Montecuccoli in Modena è segnato il seguente manoscritto: Relazione delle guerre dirette dal generale Montecuccoli, scritta nel 1673, che però può sospettarsi sia quella che per quel solo anno scrisse, come dicemmo, il Kanon . Se non che potrebbe essere ancora quel giornale ricordato dal Gregori, senza indicare ove sia, nel quale Raimondo notava settimanalmente gli affari, anche più reconditi, di que’ tempi. “In esso (così continua egli) si trova delineato al vero il ritratto morale de’ ministri e dei generali coi quali fu Raimondo in relazione”: le quali parole vivamente fanno desiderare che a qualcuno venga fatto di trarre dall’oblio un documento che potrebbe tornare di tanta utilità alla storia. A questa gioverà senz’altro quanto ritrar si possa dalle carte del Montecuccoli che sono nell’archivio di guerra a Vienna, delle quali dal conte Malaguzzi si fece già un compendio per incarico avutone dall’arciduca Massimiliano d’Austria d’Este, di cui era desso aiutante di campo: e questo probabilmente sarà posseduto dalla erede di lui, la contessa di Chambord. Né opera vana sarebbe a reputarsi il ritornare, dopo tanti mutamenti avvenuti nelle cose