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chese di Baden Durlach (morto non guari dopo), secondo è notato negli Avvisi del Bianchi. E circa quest’assedio, il Magalotti, trasportato dalla sua malnata passione, vorrebbe insinuare che Montecuccoli ne avesse incagliate le operazioni col far mancare or questa or quella cosa, e ritardando le leve. Di ciò scrivendo al Castiglioni, diceva: “il suo Montecuccoli non vuol che si pigli”; la qual cosa, quand’anche di per sé non apparisse inverisimile, si potrebbe confutare colle parole stesse di quel ministro, essendo stato da noi avvertito quanto egli scrisse dell’attività instancabile con cui nel consiglio aulico di guerra, da lui presieduto, dava opera a provvedere a quanto fosse per occorrere all’esercito, come più specialmente viene poi confermato da altre relazioni.
L’11 di aprile il Bianchi annunziava morta l’imperatrice Claudia, e diceva al tempo stesso che già di un novello matrimonio dell’imperatore si favellava, se non che ogni risoluzione sarebbesi rimandata al futuro mese, dopo cioè i funerali della defunta. Una malattia dell’imperatore, e la morte di una sua figlia, nonché la difficoltà nella scelta, fecero poi che solamente nell’ottobre fosse nota la determinazione imperiale, in favore di una principessa di Neuburg. Di lei dice Mailàth che aveva avuto vocazione pel chiostro, e che serbò sul trono costumi monacali: e questo lascia supporre che ella non si sarà dato soverchio pensiero dell’apparenza esterna del marito, che ci vien dipinto piccolo e brutto. Partì l’imperatore, seco prendendo il Montecuccoli, per Passau, dove il 14 di ottobre celebraronsi le nozze . In quella città un funesto annunzio pervenne a Raimondo, che lo fece partir tosto per Vienna. Era stata colta dal vaiolo la moglie sua, né egli giunse in tempo per raccorne l’ultimo addio, essendoché la trovasse morta al suo arrivo, con infinito dolor suo, come scrisse il Bianchi, perché molto l’amava. E ben lo meritava essa, perché andava fornita delle più belle virtù, e all’affetto di lui teneramente corrispondeva. Così vedevasi tolta Raimondo d’improvviso la sua cara