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liano, il nome del quale va celebrato negli annali delle scienze e delle lettere, cioè il conte Lorenzo Magalotti, del quale riferimmo già più notizie da lui somministrateci. Un sunto di una parte del suo carteggio diplomatico accuratamente fatto dal cavalier Cesare Guasti archivista di stato in Firenze, e che preceduto da un dotto suo proemio venne da lui inserito nel Giornale storico degli Archivi toscani (anno 4°, 1860) più cose ci offre riguardanti questo periodo della vita del Montecuccoli. Il Magalotti, che già era stato, secondo scriveva, a tutte le corti d’Europa salvo quella di Russia, il 5 di aprile dell’anno del quale insino ad ora c’intertenemmo (il 1675) giungeva in Vienna; e nelle istruzioni che gli si dettero per la sua legazione, queste parole si leggevano: “Il conte Montecuccoli che nelle cose politiche e militari tiene mano tanto superiore deve essere considerato da noi (il granduca Cosimo III) in primo luogo, e per cagione del suo posto e per l’amicizia particolare che ci dimostra comprobata da lui in tutti i tempi colle opere, ma ora singolarmente che le occasioni della guerra dandoci motivo d’incomodarlo con offici frequenti a pro de’ nostri sudditi ha Sua Eccellenza la bontà d’ammetterli sempre con singolar compitezza, e non senza profitto dei raccomandati, che lo riconoscono tutti per autore dei loro accomodamenti ed impieghi. Con esso dunque non dovrete limitar espressioni, ma diffondervi largamente nel rimostrarli la nostra pienissima gratitudine, e la fiducia insieme che sempre havremo nella sua bontà. Ditegli che il principale appoggio di cui ci siamo per voi promessi in codesta corte è la protezione dell’Eccellenza Sua, ec.”. Anche tra gli speciali incarichi dati al Magalotti dal cardinal Leopoldo de’ Medici, era quello di salutare il Montecuccoli in nome suo, e con esso il principe Pio e il marchese di Grana. Sarebbe stato da credere che di buon grado avrebbe egli obbedito ai comandi del suo sovrano; e così sembra facesse in sulle prime, perché il 27 di luglio scriveva trovarsi in ottima relazione con quel generale, che aveva probabilmente conosciuto in un precedente suo viaggio a Vienna. E forse a quel tempo fece egli quel ritratto del Montecuccoli, che ora vogliam riferire,