Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
concessa dall’elettor palatino (che sarà forse il medesimo poc’anzi nominato) il quale, dice il gesuita Montecuccoli, avea segrete intelligenze con Francia, alla guarnigione di Philisburg, col pretesto di lasciar campo ai villici di seminare i grani, costringeva gl’imperiali a sospendere i lavori che dicemmo, i quali solo più tardi poterono condursi a compimento; e fecero schermo al Würtemberg e al Baden da scorrerie nemiche.
Si lasciava indurre in questo frattempo il debole imperator Leopoldo a non consentire a Raimondo i quartieri ove chiesti li aveva, e ciò per le istanze de’ principi tedeschi che non volevano que’ soldati sulle lor terre, grandi cose impromettendo se venissero esauditi. Ma stette fermo il Montecuccoli, e dimostrò impossibile il dimorare più oltre nell’Alsazia, dove i nemici di lui, con intrighi che ordivano in Vienna, volevano che rimanesse l’esercito, allegando che sarebbe stata quella una minaccia ai francesi, e li avrebbe impediti d’invader i paesi vicini. Consigliavano si mandasse esploratore della condizion delle truppe un Abele, ma ricusò l’imperatore, per non recar offesa al suo generale; e glielo fece dire per mezzo del conte di Mannsfeld. Erano i ministri specialmente che, come dice il gesuita, “non lo vorrebbero alla corte, e fan mina al conte delle sue stesse virtù”. Sembra che insistessero ancora per l’assedio di Hagenau, la qual piazza, pei pantani che le stavano intorno, prodotti da sterminate pioggie, e per essere stato, come dicevamo, disertato il paese, si poteva stimare inaccessibile . Alle pretese e all’insidie de’ suoi nemici non altro opponeva Montecuccoli se non il disprezzo, ma per ottemperare ai comandi della corte, si trattenne alcun poco in Alsazia, dolente e sdegnoso degli inutili patimenti ai quali venivano sottoposti i suoi soldati; 1300 de’ quali allora morirono, e perirono altri cavalli, de’ quali i rimasti avevan più sembianza di scheletri che di cavalli, come dice il padre Carlantonio. “La corte, così egli, che comandò a Montecuccoli di non ripassare il Reno ha fatto più danno