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raimondo monteciuccoli. |
[parte II.] |
in fila 12.000 uomini, mentre la bombardavano gli artiglieri, incendiandovi i magazzini di viveri. Ma la città non si arrese; ed essendogli intanto pervenuti ordini da Vienna, siccome leggesi nell’opera delle Azioni di generali italiani, di desistere da quell’assedio, di là si ritrasse movendo verso Philisburg. Andò poscia a fronte di Condé che, ricevuti 6000 uomini di rinforzo, tentava in due luoghi di passare il Reno; e dolse assai al Montecuccoli che anche allora, con importuna prudenza rifiutando la battaglia, si ritirassero i francesi, tanto più che la stagione men propizia al combattere gli faceva prevedere che il suo esercito non avrebbe potuto in que’ luoghi durare a lungo. Si provò nondimeno a tentare un’astuzia, facendo uscire da Strasburg con poca scorta un convoglio di viveri e di munizioni, sperando che i francesi avvisati di questo dalle spie, sarebbero venuti a predarlo, porgendogli così l’occasione di piombar su di loro, essendosi posto egli medesimo colla miglior parte della sua cavalleria in imboscata. Ma i francesi non si mossero, e appena alcuni ufficiali loro vennero in ricognizione da quelle parti, sette dei medesimi rimanendo prigionieri degli imperiali. Disperando allora di trovar modo per quell’anno di intraprendere cosa alcuna, e di potere con un fortunato combattimento migliorare le condizioni del suo esercito, si volse, per compiacere ad alcuni ufficiali suoi, a tentar d’incendiare i viveri della guarnigione di Zaber, affine di forzarla ad arrendersi. Ma, come aveva preveduto, la scarsa portata delle sue artiglierie a questo non bastò: né si poté por le mani sui foraggi che erano ne’ sobborghi di quella città, perché gli stessi francesi li bruciarono, un buon tratto di paese devastando altresì intorno a quella piazza e all’altra di Hagenau sino a Philisburg, acciò non vi potessero sussistere gl’imperiali. A questi facevan difetto principalmente i foraggi, così che ben mille cavalli allora perirono. Ostacolo ancor maggiore al proseguimento della guerra furono le malattie che, al sopraggiungere dei freddi autunnali, infestarono il campo, dove, per la consueta imprevidenza dei ministri, mancavano ai soldati le vesti con che ripararsi. Erano mezzi nudi, scriveva il padre