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[cap. v.] guerra del 1675. 501

tirò lasciando che venisse egli occupando altre terre, i presidii delle quali incorporò nel proprio esercito, facendo poi trasportate a Strasburg le molte provvigioni di viveri colà trovate. Divise quindi le truppe in due corpi che vigilassero Hagenau e Saverne, della prima di quelle città incominciando l’assedio.

La gravità dei casi indusse a quel tempo la corte di Francia a non indugiare più oltre a richiamare dai Paesi Bassi Condé, “il solo, dice Torunemine, che levar potesse a Montecuccoli la superiorità acquistata” e a metterlo alla testa del pericolante esercito che fu del Turenna. Ciò prevedendo il Montecuccoli, aveva chiesto un rinforzo di tre mila croati, per valersene forse nell’assedio di Hagenau, ed aver libero l’esercito: ma non ottenutolo, non dubitò di levarsi di là per muovere incontro a Condé e provocarlo a battaglia, prima che avesse a porre ferma stanza nel paese. Di ciò fu dai nemici di lui dato carico al Montecuccoli, e vollero far credere che il comandante di Hagenau fosse stato in procinto di arrendersi; ma questo asseverantemente viene negato dal cavalier Borgognone. Narra egli che Montecuccoli il 19 di agosto giunse sotto Hagenau, e che non avendo, come notammo già, artiglieria da assedio, fece il dì seguente erigere una batteria di cannoni, che portavano palle di sole 12 libbre, e con quelli il dì stesso bersagliò le mura della città, senza potere arrecar loro se non lievi danni. Il giorno 21 fu intercettata una lettera, colla quale Condé annunziava essere in via per interporsi tra le truppe cesaree e Strasburg, così che mancando ad esse i viveri, sarebbero state astrette a levar l’assedio. D’altra parte, per le sterminate pioggie cadute tanto si era fatto molle il terreno, da non consentire s’erigessero fortificazioni, e si erano riempite d’acqua le fosse. Tutto pertanto consigliava il general cesareo a ripetere quanto dicemmo aver egli fatto in riguardo alla Fionia, levandosi da un’impresa, che in quelle circostanze non poteva riescire a bene; e ad evitare il pericolo di trovarsi al giungere di Condé tra due eserciti nemici. Né migliore e più magnanima risoluzione poteva seguire, che quella di andare egli stesso con tutto l’esercito a sfidare il Condé. Difficile gli fu resa la marcia