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500 | raimondo monteciuccoli. | [parte II.] |
dre Carlantonio, il giovane conte Francesco figlio del marchese Giambattista Montecuccoli, il quale per l’onorificenza allora conseguita di ciambellano imperiale, e per la promessa avuta del primo posto di tenente colonnello che rimanesse vacante,1 è a credere che avesse avuto occasione di mostrarsi valente negli ultimi fatti d’arme. Se pure l’imperatore non intese soltanto di onorare nella persona sua un congiunto del generale supremo, che glielo aveva spedito apportatore di que’ dispacci, de’ quali più addietro tenemmo parola. L’imperatore nel congedarlo, levatosi di dito un anello di molto valore, a lui lo regalò. Ebbe esso ancora a sollecitare la spedizione di altri soldati e di danaro al campo, ove non tardarono infatti a giungere cinquemila cavalli comandati dal duca di Sassonia Lauenburg, ed altri cinquecento più tardi, ma non il denaro per essi occorrente.2
Veniva a questo tempo dal vecchio duca di Lorena, che morì poco appresso (il 17 di settembre), sconfitto Créqui che andava al soccorso di Treveri, la qual città non tardò allora ad arrendersi: quel generale, ch’era rimasto ferito, riparò a Thionville, lasciandosi dietro tremila de’ suoi o morti, o prigionieri, la maggior parte di questi ultimi più o men gravemente feriti, ed abbandonando ancora in potere dei vincitori molti cannoni e il bagaglio.
Non va poi taciuto dei processi che, secondo si legge negli Avvisi del Bianchi, si fecero allora a colonnelli imperiali per ruberie sui loro reggimenti, venendo anche destituito il general Spaar, che si era appropriato le paghe de’ soldati, e quanto aveva ricevuto per fare arruolamenti: e ancora a cagion di sevizie usate ad ufficiali suoi.
In questo frattempo s’era interposto Montecuccoli tra le piazze di Hagenau e di Saverne, impedendo le comunicazioni fra loro; e gli Avvisi del 24 di agosto lo dicevano deliberato di assalire il campo francese, che non distava da lui più di un quarto d’ora di marcia. Ma non l’aspettò il nemico, e si ri-