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biamo della previdenza di lui, da non si poter supporre che non avesse provveduto anche allora alla sicurezza del suo campo. Spontaneo poi, e per desiderio di combattere era andato il general cesareo a Sassbach, ed al contrario il francese vi era stato tratto dalla necessità d’impedire i progressi del nemico. Come credere pertanto che Montecuccoli cercasse cansare un conflitto così a lungo desiderato, e cui Turenna aveva sempre trovato modo di evitare? E ben poteva egli prevedere che disastrosa sarebbe per riescire la ritirata col nemico alle spalle, come vedremo esser poi stata quella de’ suoi avversarii. A coloro che asserirono infallibile la vittoria dei francesi, chieder potrebbesi, perché di questo nessun general francese fu così persuaso da accettare, dopo morto Turenna, una battaglia che non si poteva perdere. Turenna, del rimanente, tante e così belle vittorie aveva riportate, da non aver mestieri che adulatori poco prudenti un’altra di queste, affatto ipotetica, gli avessero ad attribuire. Più circospetto del Tournemine e del Fléchier, un biografo francese di Turenna lasciò scritto, che se quel generale “non fosse morto, era per far conoscere alla Germania che una buona testa è molto da temere”: il che sarebbe anche più probabilmente accaduto se non gli fosse stato a fronte un “général consommé dans son métier” come del Montecuccoli dice l’autor medesimo. Fu senza dubbio l’epoca per noi insino ad ora percorsa una delle più fortunose che nella storia dell’impero germanico s’incontrino; ma Raimondo Montecuccoli che a San Gottardo gli aveva evitato i grandi disastri minacciatigli dagli Ottomani, da quelli ancora lo scampò che gli sarebbero derivati da una invasione francese: onde ben si può dire col Paradisi, che fallì Turenna lo scopo al quale mirava, e che era l’invasione della Germania, e conseguì Montecuccoli il proprio della difesa dell’impero. E ciò fece egli, osserva acconciamente il Foscolo, con un esercito scosso dai rovesci del precedente anno, e che tardò a trovarsi completo; laddove baldanzoso per le recenti vittorie era uscito in campo il suo avversario, ben provveduto d’ogni cosa, e con alle spalle il sicurissimo rifugio delle fortezze, che mancava al Montecuccoli.