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tura de’ viveri, colà non facevan acquisti, essendosi provveduti, a risparmio di spesa, nell’interno della monarchia austriaca; e valevansi del Danubio pe’ trasporti, che riescivano lenti e difficili. A Ratisbona, ad esempio, erano molte lor barche cariche di grani, ma innanzi che di quelli potesse fruire l’esercito, sarebbero corse più settimane e forse mesi, secondo ei diceva. Annunziava poi il 17 di luglio che Raimondo aveva collocato altrove il suo campo, guastatogli il precedente dalle pioggie; e che avendo fatti salire, per men disagio, i fanti sui cavalli dei bagagli, s’era egli accostato di più al Reno. Accorse Turenna per impedirgli un passo dei più perigliosi, ma non giunse in tempo: trecento francesi che erano a guardia di un altro, al suo appressarsi fuggirono. Dice poi il gesuita che Raimondo mirasse ad occupare un luogo da lui indicato col nome di Wistab (ossia Wiltsted), per separare Turenna da Strasburg (e pare s’abbia a leggere invece Philisburg), ove aveva suoi magazzini: ma il segreto della sua marcia fu tradito da un ufficiale ai francesi. Non essendo poi questo il primo tradimento che accadesse nel suo campo, prese egli il partito di non indicar più ad alcuno ove fosse per condurre le truppe, di ordinare improvvise le partenze, e di mutare anche strada lungo le marcie. Seguitava talvolta egli stesso i corpi che spediva, in questa o in quella parte; la qual cosa tornogli una volta almeno opportuna, avendo potuto recar soccorso ad una parte de’ suoi ch’era stata battuta. Termina poscia lo scrittore che seguitiamo, col dire, che i frequenti ed improvvisi assalti che dava il generale cesareo ai corpi staccati dei francesi, tenevano questi in tanta apprensione, che se non erano superiori in forze, si ritraevano; laddove tanta baldanza avevan presa gl’imperiali che, anche inferiori in numero, li assalivano. Molti asseriva i francesi che disertavano, e non solo uomini di nuova leva, ma veterani che dicevano non poter più reggere a quella vita e in que’ luoghi. Ad essi, allorché presentavansi al campo imperiale, era dato un passaporto, ma solo per luoghi donde ritornar non potessero ai compagni loro. Degl’imperiali più non fuggiva alcuno, dopo che all’aprirsi della campagna al-