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malattie si trovarono scemati allora di più che tre mila combattenti, al dire del padre Carlantonio; e questo numero dal cav. Borgognone viene elevato a quattro mila, e a cinque mila dal Bianchi. E dice poi il primo di essi, che i soldati imperiali inferociti più non davano quartiere ai vinti, e se a qualcuno di essi lo concedevano, non lo facevano senza mali trattamenti e ferite, disubbidendo in questo agli ordini precisi del generale. Ma fermo il Turenna nel non voler battaglia per allora, temporeggiava con qualche movimento strategico per allargar la cerchia delle sue operazioni, e ancora per assicurarsi, al bisogno, una via per levarsi di là, imperocché nella posizione in cui si trovava non poteva farlo, senza esporre la sua retroguardia a venir assalita dagl’imperiali. Dell’inazione di Turenna asserivano i francesi esser cagione l’aver Montecuccoli più di quello di loro, numeroso il suo esercito; ma ciò negava il Borgognone, affermando che da essi medesimi erasi numerato quello di Turenna a ventisei mila uomini, mentre soli venti mila ne aveva Montecuccoli. Ancora potrebbe aggiungersi, che tra gl’imperiali erano corpi non destinati ad entrar in battaglia, come que’ mille ungheri a cavallo i quali, come si legge nell’opera delle Azioni di soldati italiani, non si adoperavano se non per scorrerie. Intanto così erano vicini i due eserciti, che le ultime sentinelle dell’uno avrebbero potuto tener conversazione con quelle del nemico, come scriveva il gesuita che seguitiamo: eppure, dice il Ramsay, i soldati dormivano tranquille le notti, tanta era la fiducia che loro inspiravano i due supremi capitani. A lungo andare divenne finalmente una necessità il rimuovere il campo da luoghi che le pioggie e i cresciuti ardori estivi rendevano sempre più infesti, e dove, come il gesuita racconta, giungeva il fango sino al ventre dei cavalli: e inoltre più grave era divenuto colà il difetto de’ viveri. Di questo incolpava egli i fornitori dell’esercito imperiale e i ministri degli stati tedeschi; e soggiungeva che ad Ulma, ove allora si trovava, v’erano derrate in tanta copia, che avrebbero bastato all’esercito per un anno, ed agevolmente sarebbersi potute trasportare al campo. Coloro però che avevano assunto l’impresa della forni-