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loro a Raimondo, che in quel frattempo aveva avuto opportunità di fare molti acquisti di derrate, e andò poscia tra Francfort e il Meno per farvi la rassegna generale dell’esercito . Rimase il padre Carlantonio in Ulm, ove trovò il general Caprara a curarsi d’una malattia che lo aveva incolto; e di là mandava alla corte di Modena quei ragguagli de’ quali siamo per valerci, al pari di quelli del Bianchi, e degli altri fornitici da un discorso inedito che si conserva in Modena presso il marchese Lodovico Coccapani, intitolato: Risposta del cavalier Borgognone alla replica fattagli da un amico sopra la lettera di Basilea . E’ questa una difesa della condotta di Montecuccoli in quella campagna contro nuove accuse dai nemici di lui, che mai non cessarono dal vilipendere un uomo che aveva per essi il torto di innalzarsi troppo al di sopra di loro. L’autore di quella scrittura che militava allora, siccome sembra, sotto Montecuccoli, forse da lui medesimo ebbe notizia di alcuni particolari più reconditi, come dalla narrazione sua si può congetturare.
Dagli storici tedeschi da me veduti poco si ritrae circa quest’ultima campagna dei tre maggiori capitani che fossero a quel tempo. Turenna e Montecuccoli specialmente meritavano ben più distinta narrazione delle cose in quell’anno da essi operate, avendo eglino allora fatto prova di tale una perizia nell’arte della guerra, da non esser facilmente superata da altri; ond’è che di quella campagna facessero studio speciale gli scrittori di cose militari. Al Mailàth, come storico della monarchia austriaca, incombeva l’obbligo di narrare per disteso i fatti avvenuti in questa campagna gloriosa per le armi imperiali, e deve destar meraviglia che in sola una mezza pagina della sua storia si trovino essi compendiati. Più distesamente intorno a que’ campeggiamenti si occuparono scrittori italiani e francesi, che ci verranno man mano ricordati; i quali li fecero anche argomento