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veva l’Huissen, che non allora, ma nel 1678, Raimondo fu fatto duca d’Amalfi; la qual notizia è tanto più inverosimile in quanto che quel ducato, già appartenuto al general Piccolomini, era allora de’ suoi eredi, che solamente nel secolo decimo ottavo lo alienarono. Il Mailàth riprodusse questa notizia; ma per evitare l’errore in cui era incorso l’Huissen (e dopo di lui il Moreri e più altri), inciampava in un altro, dicendo Montecuccoli duca di Melfi, che invece, come si legge negli Annali del Muratori, era feudo di don Vincenzo Gonzaga. Più al largo si tenne un poeta modenese, Giuseppe Maria Pannini; il quale, ignorando forse qual titolo competesse al generale suo concittadino, in un sonetto che gli dedicava, e che è stampato tra le sue poesie edite in Bologna, lo chiamò duca senz’altro aggiungere. In tutto questo non vi fu altro di vero, se non l’intenzione che si ebbe in Spagna di rimunerare allora con un cospicuo donativo un generale cotanto benemerito della casa d’Austria, alla quale i regnanti di Spagna appartenevano pur essi; e la notizia che di ciò si sparse, trasse molti a credere avvenuto quel che non era se non un progetto. Risorse poi questo nel 1675, siccome saremo per dire, ma ad esso anche allora non fu dato seguito.

Vinte, come dicevamo, le esitazione del Montecuccoli, si trattò delle condizioni colle quali consentiva di riprendere il comando, e che erano due, secondo scrisse il Dragoni già per noi nominato: la prima, di non avere a sottostare ad alcun principe dell’impero, alludendo forse all’elettore di Brandeburgo, col quale nella campagna del 1673 non era proceduto sempre d’accordo ; e neppure, secondo scrisse Mailàth, a dipendere dal consiglio aulico di guerra, che in sua assenza sarebbe stato diretto da altri; e la seconda, che gli si dessero 60.000 talleri per provvedere ai bisogni dell’esercito. Aggiunge il Bianchi negli Avvisi, avere egli chiesto altresì la libera disposizione della cassa di guerra, che dell’occorrente venissero forniti i magazzini, e che gli fosse data facoltà di riunire in un solo i diversi corpi, per potere