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peratore per altro che già lo aveva fatto arrestare, non sofferente d’indugi, ordinò alla commissione stessa di portargli entro due giorni un giudicio definitivo; e questa, messa così alle strette, senza che le si lasciasse tempo per procedere alle indagini necessarie, prudentemente si ristrinse a consigliare venisse trattato come Auersperg, deposto cioè dalle cariche che occupava. Un solo voto fu per la prigionia di lui a Radowitz, ed era quello del conte Lambert; e al voto suo l’imperatore si attenne, lui nominando al posto del Lobkowitz, con autorità nondimeno più piccola di quella ch’egli ebbe. Così scomparve dalla scena del mondo un uomo già tanto potente, che tra le angustie di un carcere venne poi a morte nel 1677; non però per veleno, come taluno scrisse, giacché non si sarebbe aspettato tre anni, se altri avesse voluto disfarsi di lui. E neppure è vero che gl’impetrasse il nunzio pontificio un castigo minore di quello destinatogli, perché in effetto egli ebbe quello che aveva consigliato il Lambert. Accennerò da ultimo che in una scrittura di un aiutante di Turenna, la quale ci venne già ricordata, è fatta menzione della voce che correva di una pensione pagata dalla Francia al Lobkowitz; dalla persona del quale volentieri prendo ora congedo. Rimaneva intanto in seggio un altro de’ ministri di Leopoldo, destinato pur esso ad ignominiosa caduta. Era il conte di Zinzendorf, che sino dall’innalzamento al trono di Leopoldo amministrava le finanze dell’impero; a queste più funesto che tutte le guerre precedenti, come si legge nella relazione presentata da quelli cui fu dato incarico di prendere ad esame i conti di quel ministro. Oltre quanto si trovò essersi egli appropriato, furono le ruberie de’ suoi sottoposti valutate un milione. Giudicato nel 1680, convinto, e confesso, fu multato di un milione e novecentosettantamila fiorini, privato delle cariche, e relegato nel luogo che l’imperatore gli destinò, e dove morì l’anno appresso. Ma d’egual passo di quella delle finanze, procedevano, al dire del Mailàth, le altre amministrazioni dello stato; e riferisce il cavalier Borgognone che una volta il ministro Porcia, il quale vedemmo spesso porre ostacoli alle operazioni militari del