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razioni da fare in comune cogli alleati; ma sdegnoso, come fu sempre, di soggezione ad altri, andò prima errando qua e colà, e solamente ai primi di agosto si unì cogli ispano-batavi, che stavano a fronte di Condé. Si venne presso Senef ad una sanguinosa battaglia, nella quale entrambe le parti si proclamarono vincitrici. Ma dopo quel fatto, più non fu possibile agli alleati di tener a freno il Souches; e la cosa giunse al segno che, avendo l’Orange assediato Oudenarde, e volendo dar battaglia al Condé accorso a soccorrerla, Souches d’un tratto si allontanò colle sue truppe, rendendo impossibile non la battaglia soltanto, ma ancora l’assedio iniziato. Da questo fatto rimase scossa persino l’indolenza dell’imperator Leopoldo, del quale il gesuita Carlantonio, in una lettera in cifra del 29 di agosto 1674 (con poca reverenza invero), scriveva, che non si curava di affari, e che “bastava dargli buone parole, e pascere il camaleonte di vento con pompa di cerimonie”. Ma non si tenne allora dal prendere un partito risoluto: tolse il comando al Souches, e lo relegò ne’ suoi beni in Moravia; la qual determinazione più utile ancora sarebbe riescita, se presa molti anni prima. Lasciò il vecchio generale sbollire gli sdegni suscitatisi contro di lui; ma nel successivo anno fece presentare all’imperatore, e portò egli stesso a tutti i ministri, una sua giustificazione, della quale negli Avvisi di Vienna, gazzetta che ci verrà più oltre nominata, è detto che pareva avesse addotte ragioni plausibili, allegando aver soltanto eseguito ordini venutigli dalla corte (e forse erano del Lobkowitz). Il padre Carlantonio a sua volta scriveva che i parziali di lui s’adoperavano a procurare che quelle sue difese venissero esaminate dal consiglio aulico di guerra, al quale erano state sottoposte, temendo forse non ne derivasse a lui nocumento maggiore. Dagli Avvisi sopra citati impariamo poi, che l’imperatore, non solamente non gli menò buone le sue difese, ma che lo relegò definitivamente nel suo governo di Komorn. E qui a sé stesso chiede il Mailàth, se la condanna del Souches non sia stata in relazione colla punizione non guari appresso inflitta a Lobkowitz; né questo è punto improbabile. Era da poco tempo venuto meno il favore imperiale al mini-