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Montecuccoli, e che era su quel di Bonn, l’ebbe il Souches, che doveva congiungerlo con quello degli alleati ispano-olandesi. Comandò Bournonville i soldati ch’erano al Reno, e il duca di Lorena quelli che oppor si dovevano a Luigi XIV, il quale con buon nerbo di truppe aveva invaso la Franca-Contea; e in pro di questa provincia, che allora fu annessa alla Francia, nulla poté fare il Lorena, avendogli negato gli svizzeri il passo pel proprio territorio. Pessimo principio era questo di una guerra infelice, della quale a noi non spetta se non indicare in modo sommario i principali avvenimenti. Per una strana combinazione i due maggiori eserciti, che dovevano opporsi a quelli di Francia, erano affidati ad un francese e ad un belga, che da più anni militavano tra gl’imperiali; il terzo condottiero, che non era suddito dell’imperatore, aveva allora il suo stato in balia dei francesi: il solo fra i tre al quale tornasse utile una vittoria sulla Francia. Degli altri due da molti si dubitava. Di Bournonville dice Menzel che si lasciò battere ad Ensisheim da Turenna, non avendo aspettato che a lui s’unisse l’elettore di Brandeburg, il quale aveva rinnovato la lega coll’imperatore; e che non aderendo alle istanze del Lorena acciò co’ suoi e coi brandeburghesi accorresse a difesa de’ confini, aspettò presso Mülhausen che sopra gli venisse Turenna, il quale lo respinse al campo brandeburghese. Gli errori, volontarii o no, ch’ei commise, tanti furono poi da suscitare gravi lagnanze tra le truppe, e proteste de’ generali di non più voler servire sotto di lui; onde il re di Spagna, del quale era suddito, al fine della guerra di quell’anno, si vide costretto a levarlo di là, affidandogli il comando del presidio di Barcellona. Più manifesto apparve il mal animo del Souches e l’insubordinazione, vizio suo consueto. Di lui è detto nell’opera della Azioni di generali e soldati italiani, che “o avesse in orrore il nuocere a quel sovrano del quale era nato suddito, oppure non fosse egli capace di quel carico per la tenuità de’ suoi talenti, come altro di lui nazionale (Cavaignac forse) l’ha pubblicato per le stampe... la sua condotta non potette essere più infelice per gl’interessi di Leopoldo”. Doveva egli sottostare al principe d’Orange nelle ope-