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se ne astenne. Contro la piazza, dietro le norme date dall’ingegner militare Taddei, procedevasi per via d’approcci; sotto il fuoco incessante de’ cannoni e de’ moschetti degli assediati, onde fu colpito ancora un conte di Königsmark sergente generale degli olandesi, e più altri rimasero morti o feriti: il Montecuccoli stesso e i capi degli altri due eserciti incontrarono pericolo nel visitare i lavori. Ma essendo questi molto avanzati, il nemico si decise alla resa a buoni patti di guerra. L’ultima lettera del Montecuccoli al Federici tra quelle che abbiamo a stampa, che fu scritta il 12 di novembre, gli partecipava appunto questa notizia colle seguenti parole: “Finalmente dopo un assedio di sette giorni si è resa per accordo la città di Bonna alle armi di S. M. Cesarea, le quali si sono impadronite questa sera di una porta della città e di tre baloardi, dovendo la guarnigione tedesca e francese uscire domani mattina”. Quasi tutti i soldati dell’elettor di Colonia si arrolarono allora tra gl’imperiali, come pur fecero quelli ch’erano a guardia della terra di Kempen, presa dallo Spork e dal marchese di Baden. A Bonn il Montecuccoli pose per governatore il marchese di Grana, e non consentì agli alleati che in essa stanziassero truppe loro, essendo la città entro i confini dell’impero germanico. “Turenne (dice Napoleone I) fort humilié de s’être laissé tromper, descendit le Rhin, et traversa l’Hundruk: mais déjà Bonn avait capitulè”. L’Humières, giunto pel primo presso Bonn, la seppe in mano dei nemici: i suoi soldati, narra Voltaire, nella Vita di Luigi XIV, furono tagliati a pezzi. Pertanto l’esito della guerra del 1673 era tornato favorevole alla causa imperiale e a quella degli alleati; onde l’autore della Relazione dal Polidori inserita nell’Archivio storico italiano, a ragione poté dire che il Montecuccoli in quella campagna si era mostrato superiore a Turenna, al quale aveva fatto perdere quel prestigio che tanto terrore incuteva nei principi tedeschi, e tratteneva gli spagnoli dal dichiararsi apertamente nemici della Francia. Né valse poi esso ad impedire a Montecuccoli l’eseguimento del piano che si era proposto, né che in paesi favorevoli alla Francia, svernassero le truppe di lui, reso oramai più forte colla sua congiunzione agli alleati, le fortune