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gurati luoghi si avesse a sostare, essendosi dovuto provvedere dal generale a mandar nuove truppe in Franconia, a grande istanza richieste dal vescovo di Würzburg, che temeva gli venisser sopra i francesi. Da Lohr scriveva poi Montecuccoli al Federici, che giuntovi finalmente l’esercito, dava opera a fare un ponte per passare il Meno, coll’intenzione di tirar la guerra fuori del circolo di Franconia, e di avvicinarsi al Reno. Ma, o incontrasse egli qualche difficoltà, o mutasse avviso, certa cosa è, come si legge nella relazione del Kanon, che fece egli ripassare alle sue truppe il fiume già traghettato. E questo suo intento di voler trarre la guerra altrove, lo ripeteva dodici giorni appresso in una sua lettera dal campo di Hanau, aggiungendo che mirava a prendere il nemico alle spalle. In questa lettera, come in altre, narrava parziali scontri di alcun suo corpo coi francesi, che tornavano sempre in danno di costoro, molti morti lasciando sul terreno: e perché questo più volte accadde, si può reputare che Turenna più gente perdesse allora, che se avesse dato una battaglia. Ciò non impediva per altro all’ambasciator francese presso la corte di Savoia, come leggesi in una lettera del conte Arese, di vantare “una rotta e quasi strage fatta da Turenna delle armi cesaree: follia però non creduta e quasi riputata per impossibile”. Soggiungeva poi andare il Montecuccoli insegnando “che la perizia militare vera consiste più nella prudenza e nella finezza del giudizio per cogliere gli avvantaggi sul nemico che nel precipitare a genio di chi non intende la professione”. Narrava in altra sua che quell’ambasciatore medesimo, al quale non faceva difetto l’audacia, propria della sua nazione, andava asserendo che 300 francesi avevano fatto deporre le armi ad 800 imperiali. Queste e consimili novelle venivano disseminando i connazionali suoi per le corti d’Italia, “non avvedendosi, dice l’Arese, che le menzogne svaniscono all’istante, e che maggiore è lo scorno di chi le andò divulgando”. In una lettera successiva, diceva poi che Montecuccoli, togliendo i viveri a Turenna ed obbligandolo a ritirarsi, “aveva dato un gran tracollo al concetto che di lui e dell’armata francese si aveva”. Neppure ad Hanau fu passato il fiume, per le ragioni forse