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450 | raimondo montecuccoli. | [parte ii.] |
truppe che intervenne alla rassegna, numerò 10,000 uomini della cavalleria grave, 1000 dragoni, 16,000 fanti. Ma durante la campagna si giunse ad avere 32,000 combattenti.
Prese le mosse quell’esercito diviso in tre corpi, che presso Wisheim si ricongiunsero, essendosi avuto notizia che Turenna, venendo da Aschaffenburg, dopo tentato invano d’impadronirsi di Brennsburg, muoveva a provocar battaglia. In un consiglio di guerra a Wisheim espose Raimondo i vantaggi e i pericoli che, accettando la sfida, si sarebbero incontrati, e il modo con cui questi ultimi potrebbersi evitare: e tutti chiesero di combattere. Ordinò allora Montecuccoli si continuasse la marcia alla volta di Uffenheim, dove si sarebbero forse ritrovati i francesi, e dove darebbesi la battaglia. Colà giunti però gl’imperiali, intesero che Turenna, in luogo di avanzarsi, erasi fermato di là dal Tauber; onde dopo aver sostato ivi la notte, vedendo che i francesi non facevan mostra di avanzarsi, ricevuto un rinforzo di tre reggimenti, continuarono la loro via, disposti però in modo da trovarsi pronti, se assaliti, a combattere. Quando infatti si mise Turenna sulle orme degli imperiali, schieraronsi essi in ordine di battaglia; ma anche allora quel generale schivò la pugna, piegando verso Uffenheim. Era probabilmente intenzione del Turenna di allettar gl’imperiali ad andare ad attaccarlo al Tauber, ove occupava una fortissima posizione; ma apparirà naturale che Montecuccoli non volesse deviare dalla sua strada per compiacerlo di ciò. Narra infatti Ramsay, biografo di Turenna, che cercò quel generale di trarlo a battaglia in luogo per sé opportuno, e che l’altro finse di accettare; ma allorché riuniva a tal uopo Turenna le genti sue, egli si ritirò pel vuoto lasciato dai francesi che si concentravano. Cavaignac nell’Abrégé de la vie de Turenne, e Napoleone I nelle sue Memorie, affermano parimente sfuggiti gli imperiali a Turenna quando volea trarli a battaglia. Tutta questa guerra, nella quale, sino alla morte di Turenna, i due più grandi capitano di quel tempo (terzo ne era il Condé) si trovarono a fronte, fu detta già una continua scuola di strategia, una ricerca assidua de’ luoghi acconci al combattimento, evitando le batta-