Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
un altro Montecuccoli che lo aveva veduto in Germania, gli procurò quell’officio al quale più sopra accennammo . Il 16 di settembre del 1669 Casimiro re di Polonia spontaneo deponeva la corona; e i polacchi, ad evitare intromettenze forestiere, s’eleggevano a re uno de’ nobili loro, che le sostanze sue aveva perdute nelle passate guerre. Era Michele Wisniowiecki, che appena sul trono, senza che di ciò, come le leggi del regno disponevano, consultasse prima il senato, richiese all’imperatore la sorella di lui Eleonora in isposa. Consentitagli la dimanda, fu dato nel successivo anno al Montecuccoli l’onorevole incarico di accompagnare la sposa a Czetakow in Polonia, ov’ebbe luogo la celebrazione del matrimonio, che solo due anni durò, essendo il re Michele venuto a morte nel 1672. Ma questo, e gli altri incarichi dall’imperatore affidatigli, solo per poco valsero a distogliere Raimondo dagli studi intrapresi sulle cose spettanti alla milizia. Egli medesimo, in una nota aggiunta all’opera sua, già terminata, degli Aforismi, dà conto di esperimenti da lui diretti sopra due mortai per gettar pietre o granate in offesa delle fortezze, de’ magazzini, del carreggio delle artiglierie; esperimenti che per poco non gli costarono la vita, imperocché una granata non bene collocata dagli artiglieri entro il mortaio, nell’uscirne scoppiò, rimanendone mortalmente ferito il suo segretario italiano Giuseppe Minucci, che gli era al fianco. Altri mortai, in forma nuova preparati da un colonnello Hulst, soggiunge in altra nota aver provati nell’anno precedente; e il medesimo dice di petriere e di cannoni, alcuni de’ quali da lui fatti fondere, che in quest’anno medesimo e nel successivo sottopose alla prova. Intorno a codesto argomento scrive il commentatore delle opere di Raimondo, il generale Turpin de Crissé, che s’incominciava al tempo del Montecuccoli a conoscere ragionatamente l’artiglieria, ma non si era trovata la giusta proporzione della medesima, come si ottenne più tardi. Quanto però fu scritto negli Aforismi su quegli stromenti bellici, gli dava ragione di persuadersi che era stato il Montecuc-