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freno que’ popoli. Erano state invero con esito poco felice sperimentate le repressioni, e in parte lo furono anche dopo, e suscitarono il regno a ribellione, perché reputate ostili ai diritti nazionali dell’Ungheria, e alla libertà di coscienza: l’attentare alla quale tornò sempre di gran pericolo. Se non quietava ancora l’Ungheria, posavano nondimeno per ogni dove le armi; ond’è che il Montecuccoli nella pace della vita domestica ebbe agio di riandare le memorie delle passate guerre, e di preparare quelle opere militari che basterebbero da sole ad assicurargli l’immortalità: né egli interruppe questi suoi studii, se non per gli onorevoli incarichi che gli affidavano l’imperatore e la corte di Modena, e pei doveri impostigli dagli uffici suoi propri. Nel gennaio del 1665 troviamo nella corrispondenza diplomatica dello Stom, che desiderando la duchessa Laura, reggente del ducato di Modena, d’iniziar trattati di matrimonio tra una principessa della sua casa e un arciduca, a lui fu commesso di aprirsene segretamente col solo Montecuccoli, quale patriotta, come si legge nella lettera di quel diplomatico. Promise esso di adoperarsi per vie indirette, acciò potesse la cosa avere effetto; ed è probabile che, accettando il suggerimento dello Stom, si valesse a tal uopo del conte Dietrichstein suo cognato. Penetrata però la notizia di cotali trattati nel consiglio aulico segreto, e sdegnati que’ consiglieri che non si fosse invocata la mediazion loro (la quale con ricchi regali sarebbesi dovuta comprare), tanto si adoperarono che non poté quel progetto effettuarsi. Era la principessa proposta, o Eleonora figlia del duca Francesco I, nata nel 1643, che poi si fece monaca, ovvero Maria sorella di lei, più giovane di un anno, destinata più tardi al talamo del duca di Parma. Dell’esito infelice di quell’affare si sarà senza dubbio rammaricato il general Raimondo, e per l’affezione che sempre conservò per la casa d’Este, ed anche perché del favore di questa si trovava aver mestieri a quel tempo in pro di parenti suoi. In Modena avevano questi fiera inimicizia coi Rangoni, per differenze surte tra loro, nelle quali si sa che avesse parte la contessa Lodovica Pepoli, vedova del