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de’ magnati ungheresi, narrò il Montecuccoli che il Leslie, che or nominammo, ripassando per Presburgo dopo conclusa la tregua, e avendo voluto visitare quell’arcivescovo, questi ricusò di riceverlo. Ma ritornando alla tregua di 20 anni coi turchi, fu l’imperatore indotto ad accettarla per timore di veder sopra di sé ricadere l’intero peso della guerra, potendo venire abbandonato, non che dai francesi, dai principi tedeschi ancora, impacciati com’erano ne’ dominii loro da discordie di varia natura. E ancora poteva temersi che gli svedesi, a vendicare recenti danni patiti, non cogliessero l’occasione dell’affievolimento delle forze dell’impero, per assalirlo. E pensar doveva l’imperatore a porre con un matrimonio le fondamenta alla conservazione della famiglia sua, e gli conveniva aver l’occhio a ciò che fosse per accadere in Spagna alla morte, che si reputava prossima, del re Filippo IV. Aggiungasi la mancanza del denaro, e poi la misera condizione in cui erano ridotte le truppe, che avevano perduta tra le virtù militari la disciplina singolarmente, come è detto negli Aforismi. Le cagioni di debolezza alle quali accennavamo, non essendo per altro conosciute se non in minima parte dai turchi, che nello stato in cui si trovavano, desiderando la pace, molto avrebbero conceduto di ciò che loro si chiedesse; a ragione disse Voltaire negli Annali dell’impero, che quel trattato fu vergognoso per l’imperatore. A ben altro, scriveva il Mailàth, dava diritto la vittoria di San Gottardo! A dettar la legge, continua il Salaberry, non a riceverla. Fu veduto invece accolto in trionfo il vinto visir ad Adrianopoli, perché due altre città avea conquistato all’impero ottomano! Due articoli segreti del trattato di tregua, de’ quali abbiamo notizia dalla relazione di Giovanni Sagredo al senato veneto, davano facoltà all’imperatore di reprimere colla forza le sedizioni degli ungheri, senza che i turchi potessero immischiarsene; e dicemmo già non aver poi voluto i turchi aiutare nella progettata ribellion loro gli ungheresi. A titolo di compenso, concedevasi agli ottomani di passare in Italia a danno del Friuli; concessione per ogni riguardo iniqua. Questa pace, del