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nesse libero Raimondo dal vestirsi da chierico, vie più perché, come il Carandini esponeva, era egli paggio della corte estense , opposizioni forti trovò egli nel papa, il quale chiamava scandalo l’uso che era in Modena che i provvisti d’alcuna rendita di chiesa vestissero da secolari, e diceva cospicuo il legato di Raimondo ascendente a 170 scudi annui; nella qual cifra sarà probabilmente incorso errore per opera del copista del documento. Ma finalmente il 28 novembre di quell’anno scriveva il Carandini al duca che il breve contenente quella concessione “stava in termine di essere levato:” e sarà stato poscia da lui spedito. E al punto della riferita pensione crederei sia pur da connettersi un altro incarico dato dal duca nel 1628 ai due agenti or nominati; di curare cioè l’esazione di 47 scudi d’oro da due anni non pagati a Raimondo da un abate che nomavasi, o Marioni come scriveva il Carandini, o Marini al detto del Mantovani, soggiungendo voler dar opera acciò venisse per questo scomunicato. E qui poiché se ne offre il destro, noterò altresì gli uffici che precedentemente, cioè nel 1622, fece fare il duca Cesare dal conte Alfonso Ciocchi residente estense in Roma, perché non fosse posto ostacolo ad un assegno di 300 scudi sul vescovado di Gallipoli dal re di Spagna conceduto al conte Alessandro Montecuccoli. Dell’educazione di Raimondo si dette anche pensiero il buon duca, e fece istanza al cardinale di Montalto (Peretti) acciò gli fosse dato luogo tra gli alunni del collegio che da lui prese il nome in Bologna: ma rispose il cardi-