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era giunta, che, se crediamo al Federici, 2000 uomini del Montecuccoli eran morti di fame! E facevano difetto le munizioni, finite, dicono gli Aforismi, colle ultime scariche a San Gottardo. Pensi ognuno di che animo dovesse star quel generale, vedendosi strappar di mano il conseguimento di ulteriori vantaggi, trovandosi anzi costretto ad esser testimonio dei patimenti dei proprii soldati, egli sensitivo tanto alle sofferenze loro! Del suo sdegno ci lasciò memoria negli Aforismi, dove con amare parole lamenta l’infame procedere de’ commissarii, ed altresì la debolezza de’ ministri, che non li sottoponevano a processo. Il riposo che si dovette concedere ai soldati, fu un indugio di pochi giorni, durante i quali alquanti cannoni de’ turchi si presero e s’inchiodarono; ma ebbe agio in quel tempo il nemico di por riparo, come meglio venivagli fatto, ai danni patiti, riordinandosi per poter retrocedere verso Kerment, alla volta del qual luogo s’incamminò il 5 o il 6 di agosto. Si pose allora il Montecuccoli sulle orme di lui, marciando i due eserciti nemici sulle opposte sponde del Raab, per terreni che dalla parte degli imperiali erano inondati. Giunto Montecuccoli presso Kerment il 9 di agosto, un ultimo tentativo fece egli nel consiglio de’ generali, proponendo un vigoroso assalto alla retroguardia de’ turchi; ma gli fu opposto che con gente così affranta ed affamata, e con quella rovina di strade, ciò non era possibile: doversi invece far sosta presso Oedemburg, ed ingrossar l’esercito coi presidii delle vicine città. Al quale avviso gli fu forza accostarsi, anche perché dalla corte, che aveva trattenuto un messo da lui spedito, non gli perveniva risposta ad un altro progetto del quale chiedeva l’approvazione. Fu ad Oedemburg che venne raggiunto da que’ soldati e da quelle salmerie, che dicemmo avergli spedito l’imperatore. All’aprirsi del settembre giungeva notizia a Montecuccoli che i turchi, ricevuto un altro rinforzo di dieci o dodicimila uomini, movevano alla volta di Strigonia. Raggranellata perciò quanta più gente poté, chiamandone anche dall’isola di Schutt, passò il Danubio a Presburg, ed andò al Vago, ove schierò il suo esercito di fronte a quello del nemico, che non accettò bat-