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di queste lettere nella traduzione latina che gli venne veduta, reputandone smarrito l’originale italiano, che invece era già stato messo in luce dal Priorato in appendice alla sua vita dell’imperatore Leopoldo, insieme con altra che contiene le stesse cose della precedente, se non che in più particolari si estende. Con successiva lettera dava contezza l’imperatore Leopoldo a tutto lo stato maggiore del suo esercito, che il conte Raimondo Montecuccoli, suo cameriere (ossia ciambellano), consigliere di stato e di guerra, maresciallo di campo e colonnello, supremo governatore di Giavarino, suo caro e fedele, pel suo gran valore nei maneggi di guerra, e per la singolare fedeltà da lui sperimentata per tanti anni, era stato, per la confidenza che aveva nella sua persona, da lui dichiarato suo tenente generale dei regni e provincie ereditarie, e di tutti gli eserciti che si trovassero in qualsivoglia parte del S. R. I. Le quali parole, se fanno dimostrazione della gratitudine del monarca verso lo strenuo suo capitano, attestano altresì che di tal qualità fu il grado conferitogli, da elevarlo al disopra degli altri generali . Fu lo Spork nominato generale di cavalleria; Giberto Pio, da colonnello di fanti e capitano della guardia imperiale dei trabanti, passò ad essere sergente generale di battaglia. Quelli tra gli officiali inferiori che si erano distinti, e non poterono essere avanzati di grado, ebbero collane d’oro; un mese di paga fu concesso a tutti i soldati: e codesta insolita larghezza di premii provava l’importanza del servigio reso da quell’esercito alla cristianità. Volendo far palese Raimondo l’animo suo riverente e grato a Dio, dal quale ripeteva la vittoria conseguita, mandò al santuario di Loreto un quadretto, di quelli che dir si sogliono ex voto, nel quale la B. V. è rappresentata con sotto i piedi