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Variano gli storici nel novero dei turchi rimasti morti o sul campo o nelle acque del fiume, durante quella zuffa sanguinosa, fiera, dubbiosa, per dirlo colle parole del generale che vi riescì vincitore; la quale sette ore durò, dalle 9 del mattino alle 4 del pomeriggio di quel giorno che fu il 1° di agosto del 1664. Gli ottomani, scrive lo storico loro Salaberry, perdettero 21 mila uomini, e il fiore de’ giannizzeri inutilmente sacrificato: il Montecuccoli invece pose il numero de’ morti loro a 16.000, soggiungendo: “la migliore e la più scelta gente che avesse a piedi e a cavallo vi rimasero estinti”. Al qual passo se avesse posto mente il Muratori, o se l’avesse conosciuto, non avrebbe mostrato qualche dubbiezza, scrivendo negli Annali d’Italia, ove dice di que’ 16.000 uccisi: “seppur dicono il vero le relazioni d’allora”. Furono tra i morti anche il figlio del Kan di Crimea, e il bascià di Buda, secondo narra il Coxe. Qui però è da notare che probabilmente il novero dei morti comprenderà quelli ancora rimasti uccisi dopo la battaglia, nella quale scrisse nel primo suo rapporto il Montecuccoli ch’erano morti cinque mila turchi, fatti crescere da ulteriori notizie, coi caduti successivamente, a sedici mila. Mancarono ai cristiani, secondo il primo rapporto ora citato, più di 1000 uomini, numero che dagli storici è portato a 1500, ed anche a 1800: e forse lo stesso Montecuccoli da posteriori ragguagli ricevuti sarà stato indotto a rettificare i computi fatti. Tra le perdite de’ cristiani riescì grave all’imperatore quella del general Fugger, e vennero lamentate quelle del conte di Nassau, e di alcuni altri prestanti capitani: fu parimente tra i morti un conte Trautmannsdorf, ch’era capitano della guardia a cavallo del general Montecuccoli . Settecento, scrive il Priorato, furono i cristiani feriti nella battaglia. Appartenevano i più tra i caduti a que’ corpi alemanni, che dicemmo aver fatto mala prova di fronte al nemico. A costoro