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innanzi alcun esempio nel corso di questa storia. Tra costoro non fu mai il Montecuccoli che, nuovo Fabio indugiatore, sapeva assicurarsi la vittoria, nessuna cosa lasciando addietro che stimasse opportuna a conseguirla, come ancora in quest’epoca per noi discorsa intervenne. Aveva il turco vantaggiosa posizione sulla Mura, riparato com’era da boschi e in luoghi alti, mentre gl’imperiali, che erano nella pianura (difesi appena da qualche opera campale), si trovavano esposti ai colpi delle artiglierie nemiche. Per dodici interi giorni dall’una e dall’altra sponda del fiume fu un continuo trarre di cannoni e di moschetti: nel tredicesimo i turchi levaronsi finalmente di là, marciando verso Kanissa. Congetturando allora il generale cesareo che mirassero i turchi a porre assedio a Giavarino o a qualche altra piazza, lasciati tre reggimenti a guardia della Mura, e 400 uomini in un castello del Nadasdi, si pose tra quel fiume e la Raab, pronto ad accorrere ove il bisogno lo richiedesse. Così mandava egli a vuoto quello che il Priorato crede fosse il disegno del visir, di procurare cioè che il Montecuccoli, per tenergli dietro, lasciasse sguerniti i passi della Mura, de’ quali intendeva valersi: e il Montecuccoli medesimo disse già, quello poter esser stato lo scopo della mossa dei turchi. Era poi il luogo da lui occupato il più opportuno per piombar sul nemico, se si ponesse ad assediar fortezze, tanto più che allora a lui s’univano le truppe dell’impero germanico. Nota il Foscolo, come fosse degno della gran mente di Raimondo il piano di guerra concepito in quella occasione, e che puntualmente venne da lui eseguito. Mutò la sede della guerra per mandar a vuoto i disegni del nemico, e per acquistare un’altra base di operazione, e una linea certa di comunicazioni: mosse continuamente l’esercito dinanzi al nemico, ed ogni progetto suo prevedendo, lo accompagnò contemporaneamente dalla riva opposta della Raab in ogni marcia e contromarcia: evitò le piccole fazioni e il far bottino, per conservar intatte le forze sue, e seppe scegliere tal posizione che gli dette il sopravvento sul nemico. Descrisse egli stesso, il Montecuccoli, la marcia da’ suoi intrapresa, e l’ansia