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coli, che era stato chiamato alla dieta di Ratisbona, attribuito al granduca di Toscana, il quale diede polvere da guerra e 50.000 fiorini. Aveva il papa promesso 8000 soldati altresì, di quelli arrolati per le sue differenze con Francia, ma tardando l’imperatore a chiamarli presso di sé, il papa, a risparmio di spesa, li licenziò; ond’è che l’inglese Leslie, ministro imperiale, giunto in Venezia col denaro per le spese di quelle genti, intese che solo alquanti tedeschi ch’erano tra esse, si conservavano tuttavia in assetto militare sotto il comando di un conte Braida. Più efficace soccorso conseguì dalla Francia il conte Pietro Strozzi, sergente generale di battaglia e capitano della guardia de’ trabanti dell’imperatore, alle istanze del quale fu dovuto se venne sollecitata la spedizione dei sei mila uomini promessi, come or dicevamo. A generale delle truppe dell’impero, ossia de’ confederati alemanni, fu dalla dieta dichiarato il marchese di Baden, distintosi già nella guerra de’ trent’anni; il principe Ulrico di Würtemberg (lo stesso, credo, che ci venne più addietro con onore nominato) ebbe il comando della cavalleria; ma poi con deliberazione infelice il governo delle cose militari fu deputato ad un consiglio di guerra, a ciascun membro del quale dice Priorato che si assegnassero 800 talleri mensili, che più utilmente si sarebbero spesi, se fossero stati mandati al campo del Montecuccoli. Ma un altro corpo di alemanni della lega del Reno, il medesimo forse al quale accennammo più addietro, che per avventura si era accresciuto con gente venuta a militare in esso, perché lo diceva il Montecuccoli “un corpo considerabile”, si trovava allora in Ungheria. Lo comandava un conte Hohenlohe che il Montecuccoli e gli altri italiani suoi contemporanei chiamavano Hollach , e che era stato col Souches, collo Zrin, col Montecuccoli e con altri generali a quel consiglio di guerra che dicemmo adunatosi in Vienna. Codeste truppe desiderò lo Zrin, bano allora della Croazia, di unire a