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di Presburgo che finalmente acconciossi ad accogliere una guarnigione imperiale, da lei insino allora rifiutata. A questo aiuto da lui concesso a quella città, allude il Montecuccoli negli Aforismi, là dove parla dei soccorsi da prestare alle piazze assediate prima che il nemico le serri, accampando presso di esse. Più volte tentarono allora di avere i turchi con isforzo d’armi Presburgo, ma ributtolli sempre il generale imperiale, che moltiplicando le industrie, e trovandosi sempre dove maggiore appariva il pericolo, a tutto provvedeva . Fu questo il tempo che la guarnigione di Neuheusel, disperata d’ogni salvezza dopo che ben 18.000 palle di cannone avevano distrutto le fortificazioni, e reputando inutile ogni ulterior difesa, si levò a tumulto. E dice il Priorato, crebbe lo sgomento per una lettera del palatino Vesseleni trovata nelle vesti di un turco ucciso, nella quale dava egli conto ad un bascià di ogni movimento degl’imperiali. Ma non so se bene informato intorno a ciò fosse quello storico, molto autorevole del resto, trovandosi invece in una lettera del 30 di settembre annunziare il residente veneto a Vienna, esser colà arrivati quel palatino e il Montecuccoli “per divisare il modo di dare qualche calore e coraggio agli assediati, giacché soccorrerli era impossibile”. Di più aggiunge egli come il Vesseleni aveva imposto ad ogni unghero, pena la vita, che armato e a cavallo andar dovesse al campo dello Zrin, il quale dalla Croazia, ove stava raccogliendo soldati, aveva promesso venire in soccorso della fortezza, e poi dichiarò invece non sarebbe venuto, se non ai primi d’ottobre: rinnovando così il celebrato soccorso di Pisa. Si agiva, cred’io, di mala fede; mentre a Vienna, come il Federici diceva, ritenevasi che tutti i magnati si desser moto per soccorrer la piazza, e che avrebbe luogo la decretata leva in massa, questa non si effettuava mai; e strano ancora doveva apparire che le truppe irregolari venissero sottoposte allo Zrin lontano anziché al Nadasdi, solito di